PREMESSA IMPORTANTE
Fino a prova contraria, non abbiamo il potere di influenzare ogni aspetto della nostra vita e tutte le circostanze attorno a noi, per quanto le nostre intenzioni possano essere buone. Possiamo però scegliere su cosa concentrare le nostre energie e la nostra attenzione, e cosa lasciar andare. Cambia sempre, e appena puoi, tutto ciò che è alla portata delle tue possibilità.
Se ti trovi in una situazione temporanea o permanente che non puoi cambiare, continua a leggere!
L’UNICA COSTANTE NELLA VITA È IL CAMBIAMENTO
Tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo sentito il consiglio di un genitore o di un amico che ci ha detto, di fronte a una situazione che ha scatenato in noi un’emozione negativa di rabbia, frustrazione o delusione: “Va là, lascia perdere, devi fartelo scivolare di dosso.”
Questa espressione può esserci sembrata semplicistica di fronte all’emozione negativa che la situazione spiacevole ci ha provocato, per cui può capitare di pensare che sia più facile a dirsi che a farsi.
Di fatto, sappiamo molto bene che essere coinvolti in prima persona è molto diverso dall’assistere, come osservatore o spettatore, alla situazione negativa in sé. Ma proprio questo aspetto può essere la chiave che ti servirà per raggiungere la consapevolezza e la lucidità con cui il tuo amico ti invita a lasciar andare.
Può sembrare un paradosso, ma oggi voglio provare a guidarti nell’arte del lasciar andare, spiegandoti esattamente come avviene questo processo.
Innanzitutto, dobbiamo essere d’accordo sul fatto che provare emozioni negative di fronte a situazioni oggettivamente negative è del tutto normale. Non stiamo in alcun modo cercando di bandire le nostre emozioni o di diventare immuni e insensibili ad esse.
Una lite con un collega, una sfortuna, un piano andato storto, una delusione sentimentale: non sono destinati a esistere per l’eternità, perché imparando a lasciar andare riuscirai a limitare l’arco temporale delle situazioni negative. Non perché cambierà oggettivamente qualcosa all’esterno, ma perché sarai tu a scegliere dove direzionare la tua energia e la tua attenzione.
La differenza tra una persona che “lascia andare” e una persona che non riesce a farlo sta nel fatto che quest’ultima si aggrappa in modo inconsapevole al dolore, rischiando di innescare ulteriori situazioni e conseguenze altrettanto negative e dolorose, che sfociano in un circolo vizioso caratterizzato proprio dal dolore.
Perché lo facciamo allora? La convinzione che sta alla base del volerci aggrappare al dolore è che, così facendo, crediamo di poter avere un certo controllo su quella situazione e che, in qualche modo, stiamo “facendo qualcosa” a proposito dell’evento spiacevole. La sofferenza, dunque, ha una funzione secondo la nostra mente, e finché ci serve a qualcosa non riusciamo a mollare la presa.
La realtà è che si tratta di un controllo del tutto illusorio, che innesca ulteriori comportamenti nocivi come il continuo lamentarsi con gli altri oppure il rimuginare nella nostra mente.
Tutto ciò accade perché è un meccanismo radicato e appreso, con il quale hai imparato a voler controllare le situazioni negative e, così facendo, speri che possano anche cambiare.
È uno schema automatico che probabilmente metti in atto senza neanche accorgertene. Questa è la seconda chiave del cambiamento: la consapevolezza. Rimanere aggrappati al proprio dolore, e quindi all’illusione di “fare qualcosa” per controllarlo, avviene perché sei in uno stato di completa inconsapevolezza.
Ora che hai chiaro il motivo per il quale tendi ad aggrapparti e rimanere attaccato al dolore, posso illustrarti gli strumenti pratici attraverso i quali puoi riprenderti il potere di decidere di andare oltre e di limitare l’arco temporale degli effetti negativi che la situazione spiacevole ti ha prodotto.
Prima di iniziare, però, ti voglio avvertire che la sola comprensione del meccanismo alla base della difficoltà a lasciar andare ti servirà fino a un certo punto. Finché non decidi di cambiare qualcosa a livello comportamentale — quindi anche con il tuo corpo — rimarrà solo una teoria. C’è anche il rischio che si trasformi in ulteriore rimuginio, finendo così in un circolo vizioso.
GLI STRUMENTI PRATICI
LA MINDFULNESS
Oggi si sente parlare sempre più spesso dell’importanza della mindfulness e della meditazione. Il web è ricco di articoli che riportano tutti i benefici scientificamente provati di questa pratica.
Ora, però, voglio spiegarti come la mindfulness sia cruciale ai fini del nostro obiettivo: lasciare andare.
Alla base della teoria buddhista che ha concepito la meditazione vi sono due concetti fondamentali: il non giudizio e il non attaccamento. Non ti preoccupare, ti spiegherò subito cosa significano questi due concetti.
Durante la meditazione, il compito principale è prestare attenzione a un oggetto di meditazione — il mio preferito è il respiro — dopodiché la mente farà il suo lavoro: pensare tanto, troppo e velocemente, perdendo continuamente l’oggetto di focus iniziale.
Qui subentrerà sicuramente la tua parte più giudicante, perché penserai di aver perso di vista l’obiettivo.
Questo punto è fondamentale: anziché pensare di star sbagliando l’esercizio (giudizio negativo), impegnati a riportare gentilmente la tua attenzione all’oggetto meditativo. Non valutarti, non contare quante volte ti sei distratto, non giudicarti: il compito è uno solo — non giudicare e riportare l’attenzione al respiro.
Così imparerai a prendere consapevolezza della natura dei tuoi pensieri e a non attaccarti ad essi, perché nel momento in cui noti di esserti temporaneamente distratto, li lascerai andare riportando gentilmente la tua attenzione al momento presente. Inoltre, non sentirai più il dovere di categorizzarli per forza come positivi o negativi: sono semplicemente quello che sono, dei pensieri.
Così, diventerai l’osservatore dei tuoi pensieri!
Praticando ogni giorno, anche solo per cinque minuti, potrai allenare questa nuova capacità di lasciar andare. Sentirai i benefici in tutti gli ambiti della tua vita e, come per magia, la applicherai ogni volta che ne avrai bisogno.
JOURNALING
A volte ci teniamo dentro tante cose che vorremmo raccontare a qualcuno che ci ascolti con attenzione e qualità. Vorremmo lamentarci delle situazioni di vita negative che ci capitano o che viviamo, ma non sempre le altre persone hanno voglia di ascoltarci come vorremmo.
A volte, invece, ci sono cose che non vogliamo raccontare a nessuno, per paura di essere giudicati o perché noi stessi non abbiamo il coraggio di ammetterle.
Sul filone delle pratiche di auto-aiuto che potresti introdurre nelle tue abitudini c’è il journaling. Il journal è l’espressione inglese che indica un diario, ma non in senso infantile: è un vero e proprio diario di bordo “per adulti”.
Il diario non dev’essere per forza cartaceo: può essere anche un’applicazione per le note del computer o del telefono.
Il journaling è una pratica di scrittura molto potente. Procurati un quaderno, un diario o un file digitale e inizia scrivendo la prima cosa che ti viene in mente, poi prosegui con tutti i pensieri che emergono.
All’inizio potrebbero sembrare pensieri disordinati, senza senso: la lista delle cose che ti preoccupano, delle incombenze, oppure il racconto di una giornata andata male. Ciò che conta è che quelle pagine sono i tuoi fogli di brutta: non li devi far leggere a nessuno. Prima di tutto, devi essere tu a non auto-valutarti e a non giudicarti per una frase incompiuta o un pensiero confuso.
Adottando questa pratica con costanza, inizierai a notarne i benefici:
- Maggiore chiarezza nei tuoi pensieri e nei tuoi meccanismi mentali
- Pianificazione più efficace delle tue attività e dei tuoi obiettivi
- Maggiore capacità di non attaccamento a situazioni e pensieri
- Uno storico dei tuoi miglioramenti
Non giudicarti se attraverserai periodi in cui sarai meno motivato ad annotare i tuoi pensieri o le tue giornate: fa parte del percorso.
AFFERMAZIONI POSITIVE
Sempre nel tuo journal, puoi annotare in bianco e nero il tuo desiderio di lasciare andare e di non attaccarti alle emozioni negative attraverso le affermazioni positive.
Le affermazioni positive sono frasi in cui una persona manifesta un proprio desiderio, fino a trasformarlo in una parte di sé e delle proprie convinzioni.
Esempio di affermazione positiva:
“Mantengo la calma e la pace interiore, accetto di non poter controllare ogni situazione.”
L’affermazione positiva è personale e deve farti provare emozioni piacevoli nel momento in cui la scrivi; deve avvicinarsi il più possibile al tuo desiderio e farti sentire il piacere di raggiungere il tuo obiettivo mentre la pronunci: lasciare andare.
I SALVAVITA
Quando ci capita di vivere situazioni negative, come ho spiegato sopra, la tentazione di aggrapparsi all’emozione negativa prodotta dalla situazione è forte. Per questo consiglio di consolidare una serie di pratiche personali di benessere che ci aiutino a sintonizzarci su un’onda positiva mentre attraversiamo ed elaboriamo gli eventi stressanti.
Personalmente le chiamo i salvavita.
Eccone alcuni:
- Fare un bagno caldo
- Camminare all’aria aperta
- Leggere un buon libro
- Prendersi cura di una pianta
Clicca qui per leggere l’articolo in cui approfondisco questi strumenti.
Infine, sarò felice di scambiare opinioni con te: fammi sapere con un commento se l’articolo ti è piaciuto!


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